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#DEBITO #AGENZIA DELLE ENTRATE: BENEFICI E LIMITI DELLA #TRANSAZIONE #FISCALE

Le imprese in crisi, che non sono in grado di adempiere con regolarità le proprie obbligazioni tributarie, possono ottenerne la falcidia e/o la dilazione di pagamento nel medio lungo termine, facendo ricorso, nell'ambito di una procedura di concordato preventivo o di un accordo di ristrutturazione dei debiti, all'istituto della transazione fiscale. Hanno in concreto la possibilità di stipulare accordi con i concessionari per la riscossione delle imposte (ex Equitalia, oggi Agenzia delle Entrate Riscossioni o Sorit, ecc.) per sistemare la propria posizione fiscale. Affinchè questa procedura possa essere attivata il richiedente deve essere qualificato come imprenditore commerciale o imprenditore agricolo (requisito soggettivo) e che venga semplicemente riscontrato uno stato di crisi ed insolvenza (requisito oggettivo). La transazione col Fisco può essere richiesta soltanto per i debiti con l'erario di natura chirografaria e privilegiata ovvero 1) tutti i tributi erariali compresi interessi, more e sanzioni (Irpef, Ires, Irap, Ilor, Invim, ecc.), 2) le sanzioni amministrative per violazioni tributarie nonché 3) i contributi previdenziali e assistenziali obbligatori. Restano invece esclusi dalla transazione fiscale i tributi locali (comunali e provinciali) in quanto non amministrati direttamente dall'Erario, la quale gestione è affidata alle amministrazioni locali. Grazie all'istituto della transazione fiscale, il contribuente potrà quindi godere di benefici quali il consolidamento del proprio debito, la sua dilazione e l'abbattimento della propria esposizione verso il Fisco e sarà dunque possibile salvare un'impresa che sarebbe stata destinata a chiudere definitivamente salvaguardando, oltre all'attività economica in sé e per sé, anche diversi posti di lavoro. In nostro studio nell'attività di gestione del debito ha già perseguito questa strada al fine di ottenere lo stralcio del debito in capo al contribuente imprenditore.